domenica 7 febbraio 2010

In difesa della Semplicità

E' un po' di tempo che me lo sento ripetere da più parti... Questo libro è troppo semplice, questo film è troppo semplice, i discorsi di quella persona, la sua filosofia sono troppo semplici... è tutto troppo semplice!
E, di norma, questo particolare commento altrui va a colpire qualcosa che apprezzo particolarmente, e che ho amato. Certo, ogni persona è diversa, ed è naturale che non tutto ciò che colpisce me, colpisca in egual misura gli altri, così come io non sono particolarmente impressionato da tutto ciò che entusiasma gli altri.
Il fatto però è che mi viene frequentemente e specificamente rimproverato che ciò che piace a me è "troppo semplice".
Certo, in tutto ci va equilibrio, e una volta si può andare a vedere una mostra e leggere un trattato complesso, un'altra si può andare a fare una passeggiata in mezzo alla natura e leggere un libro per bambini. Ma non è detto che si riceva di meno nel secondo caso, anzi.
Le cose più semplici nascondono una loro profondità, un'armonia naturale che può sfuggirci se ricerchiamo qualcosa di arzigogolato, di complesso. Se ciò che ho davanti è troppo complicato, spesso va a finire che il suo significato mi sfugge e mi sento a disagio, e allora la mia attenzione inizia a divagare e tendo a cercare di svicolare. Per contro, una cosa semplice, la cui comprensione mi si presenti spontaneamente, e che magari mi induca a riflettere su un aspetto importante, ha subito tutta la mia attenzione. Senza contare che una cosa semplice, di solito, colpisce al cuore, essendo molto più diretta.
Mi rendo conto che quanto dico non è del tutto corretto. Il rischio è quello di perdere, forse per pigrizia, un certo livello di approfondimento, e ci sono occasioni in cui si deve valutare di addentrarsi in discorsi il cui significato sia meno evidente, e magari fare uno sforzo mentale in più per afferrare questioni più complesse. D'altro canto, il rischio opposto è quello di dare per scontati gli aspetti fondamentali e andare a impegolarci in cose che non capiamo perché ne abbiamo perso il significato originale più profondo.
Che volete farci, sarò troppo semplice, ma il più delle volte mi piace così.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

È che spesso la gente confonde la semplicità con la semplificazione o con l'ovvietà. Tre cose diverse.
Semplificare è trascurare delle cose per adattarle a maggior leggibilità(nel caso di un libro) o per tracciarne un modello attuabile(in un campo più applicativo)... mentre l'ovvietà è ovvia(;-) ovviamente!!!!!!!)...
La semplicità come la intendi tu, invece è una naturalezza e una genuinità che non fa perdere nulla.
Come hai detto tu, in tutto c'è un equilibrio...

Incantatore ha detto...

Benvenuta, scrittrice !!! :)))
Per dirla alla Einstein: "Le cose dovrebbero essere rese le più semplici possibili... non però più semplici di così !"

Lieve ha detto...

Ma magari fosse tutto semplice...io odio il contorsionismo mentale, mette a disagio anche me :P

MagicamenteMe ha detto...

viva la semplicità!
MagicamenteMe

Unknown ha detto...

Chi parla in modo troppo contorto in fin dei conti non sa proprio cosa dire :P
W dunque la semplicità :)

Marco Guadalupi ha detto...

Ti seguirò anch'io. Non sapevo avessi ripreso a scrivere... O non hai mai smesso?

la stanza in fondo agli occhi ha detto...

A volte sono le cose più semplici a rivekarci la chiave di lettura per il mondo

Modessa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Modessa ha detto...

Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.

(Charles Bukowski)



PS: Ti ho risposto sul mio blog.


Un sallustio!